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Mostre 2024

P A L A Z Z O A L B R I Z Z I – C A P E L L O
V E N E Z I A
8 M A R Z O – 6 A P R I L E   2 0 2 4

EVA JECKLIN

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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MOSTRA DELLE OPERE DEGLI

EX ALLIEVI MAGISTALI DI EMILIO VEDOVA

PALAZZZO ALBRIZZI CAPELLO

10 FEBBRAIO-2MARZO 2024

ORARIO D’APERTURA:

10:00-13:00

15:00-18:00

FESTIVI CHIUSO

EVENTUALMENTE TELEFONARE AL

N. 3319052529

“Amo i miei allievi”-scriveva Emilio Vedova nel 1973.
“Quando lavoro, cedo completamente alle pulsioni! Il senso di liberazione che ne risulta è Incredibile: un recupero istantaneo! Ogni conflitto è risolto, l’energia pulsa liberamente, non solo nella pittura, ma in ogni mia azione. Devo essere in grado di lasciare andare tutto, in qualsiasi momento; allora si presenta l’
eccesso. Nel nostro disperato tentativo di racchiudere ogni cosa in formule, concetti, analisi, pensieri, abbiamo separato il pittore dalla pittura, il pensatore dal pensiero. L’unisono porta alla creazione!
I miei tentativi iniziali di pianificare falliscono ripetutamente. Tutto si irrigidisce, resta senza vita. Nella libertà, sorprende l’atemporalità, l’illimitatezza che ne deriva. Da tempo incalcolabile ci facciamo strada a fatica. Solo con estremo rigore possiamo evitare mezze misure. Forse un giorno incontreremo l’integrità che fluendo luminosa e leggera, nata per puro gioco, lascia intuire l’infinito.
Quanto più leggeri sono i mezzi, i carichi, i bagagli di cui abbisogno per ancorare il mio essere, tanto più oltre posso andare. Tutto ciò che ritengo irrinunciabile, tutta la gamma delle vanità, sono il limite che fa scolorire, ottundere la mia coscienza. Dobbiamo abbattere questi confini, pervenire dalla complessità alla
semplicità, dirimere il caos per giungere alla pura creazione, al dominio totale della materia attraverso lo spirito.”

 

 

LA MOSTRA RIMARRà APERTA FINO AL 2 MARZO

 

Venerdì, 8 marzo 2024

P a l a z  z  o  A l b r i z z i – Ca p e l l o

mostra di

Eva Jecklin ”Il nuovo equilibrio”

 

ore17.30 – Intermezzo musicale d’apertura-

Fantasia Brillante

Katharina Auer, violino – Matteo Aiello, pianoforte

musiche di Wolfgang Amadeus Mozart, R. Strauss, H.Wienawski

 

ore 20.00 – Intermezzo musicale di chiusura

Cinzia Bartoli    pianoforte

Omaggio a Maurice Ravel

Gli stranieri siamo noi!“

Fintanto che il suo cuore batte, l’essere umano è in movimento. Sia che mangi, beva, salti, ami, rida o urli, sia che corra o balli o anche solo ammicchi-vive . Intensamente ma anche poveramente. In gruppo o da solo. Quando il gruppo è coeso, può accogliere anche un estraneo, un forestiero o un nullatenente, finché pure lui, il nuovo arrivato, non potrà nuovamente godere della sua esistenza.

Mi sembra sia così anche per le figure che coesistono nei variopinti quadri ambigui di Eva Jecklin, nel suo teatro del mondo. I suoi stranieri siamo noi, e quindi anche loro vivono le nostre catastrofi.

(omissis) La lingua è ricca di verbi che indicano l’avere, l’essere e il possedere. Tuttavia, è anche più ricca di verbi che segnalano la migrazione, anche l’esodo, fin dalle origini, il continuo cercare di fuggire, rifugiarsi, essere respinti, salvarsi, doversi salvare, sopravvivere.

E se il passeggero è un rifugiato politico? O qualcuno che viene cacciato per motivi etici o religiosi?

.Il mondo è diviso. I tempi delle colonie e dell’esproprio illegale di terreni e delle riconquiste sono finiti

Questo è ciò che pensavamo o come ci piacerebbe fosse.  Era comodo pensare in questo modo. L’Europa è di nuovo in guerra. La guerra nella mente delle persone, quasi a prescindere da ciò, continua. Solo quando un cuore diverso batterà nella loro testa, le cose potranno cambiare. Le genti di Eva, le sue persone così strane- figure fatte con la carta stagnola delle capsule di bottiglia –  si trovano ai confini: lungo i fiumi, vicino ad una pozza d’acqua, in riva a un mare e guardano verso la costa lontana e si guardano negli occhi. E’ già un inizio! E se potessero esprimersi. …Vivono e parlano. Io le ascolto e mi intrometto.

Elisabeth Pressen

 

si ringraziano AGIMUS PADOVA ED AGIMUS VENEZIA per il loro importante contributo musicale

 

 

 LA MOSTRA CHIUDERà IL 5 APRILE

F.ta S. Andrea – Cannaregio 4118

30121 Venezia

TEL. 3319052529

 

 


La Divina Commedia: 
Omaggio Italo-Tedesco a Dante a 700 anni dalla morte (1321 -2021)

 

Dante giunse a Venezia nel 1321 in qualità di ambasciatore di Guido Novello da Polenta, signore di Ravenna, e durante il suo soggiorno fu ospite della famiglia Soranzo, presso Campo San Polo. Di Venezia, lo colpì particolarmente l’Arsenale, che lo ispirò per la descrizione della pena riservata ai barattieri nel Canto XXI dell’Inferno. In questo passo, Dante paragona la pece bollente in cui i condannati per baratto si trovano immersi, alla tenace pece utilizzata per il calafataggio nell’Arzanà dei Veneziani.

Le tre terzine di Dante, che contengono questo efficace parallelismo, si possono oggi leggere su una lapide posta alla sinistra dell‘ingresso principale dell’Arsenale e, sulla destra del grande portone di ingresso, si può ammirare anche un busto in bronzo dedicato al Sommo Poeta.

Oltre ad aver stimolato il genio poetico di Dante, Venezia rappresentò anche l’ultima stazione del suo percorso di vita, in quanto, attraversando le Valli di Comacchio lungo il viaggio di ritorno, egli vi contrasse la malaria, che lo uccise a Ravenna il 14 settembre 1321.

A 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, il progetto si propone di mettere in luce quanto oggi sia importante questo suo percorso di vita che passa attraverso Venezia, cui egli porse omaggio nella sua Divina Commedia.

Le riflessioni sulle traduzioni tedesche della Divina Commedia nel Novecento (George e Borchardt) costituiscono l’elemento di base attorno al quale si sviluppa questo progetto, correlato a una mostra italo-tedesca dedicata alla Divina Commedia, introdotta da una relazione filologica, che mette a confronto l’opera del Vate supremo con traduzioni poetiche tedesche che rispettano le leggi della versificazione e cercano di creare una struttura poetica equivalente a quella di Dante.

Le tre Cantiche sono rappresentate nelle opere di Antea Pirondini, che nei suoi dipinti ricrea le atmosfere del Purgatorio e dell’Inferno e dall’artista tedesca Lidia Epshtein di Wuppertal, che riproduce magistralmente nella materia serea dei suoi batik la levità cromatica dell’Empireo.

La mostra s’inaugura martedì 5 ottobre alle ore 18 a Palazzo Albrizzi-Capello ed è introdotta da un Intermezzo musicale sul Tema: “Dante ed i Trovatori. Amor sacro e Amor profano nell’Europa medievale” per voce e strumenti originali d’epoca con l’Ephémeris Duo: Simona Gatto e Davide Gazzato.

 

L’Associazione Culturale Italo Tedesca di Venezia, che celebra il suo 50.Anno di attività, intende coinvolgere le Scuole, soprattutto gli Istituti Superiori del Veneto, in accordo con i Dirigenti Scolastici ed i Docenti, per accostare Il mondo della Scuola ad una realtà divenuta tangibile a distanza di 7 secoli attraverso l’Arte che abbatte le barriere e sfida il tempo.

 

Nevia Capello

Venezia, 5ettembre 2021

 

Presidente ACIT Venezia

 

La mostra si inaugurerà il 5 ottobre con le opere di Antea Pirondini. La sua mostra rimarrà aperta fino al 15 novembre.

 

Dal 20 novembre esporrà Lidia Epshtein le sue opere fino al 30 docembre 2021. L’intermezzp musicale, che aprirà questa mostra, sarà a cura del Trio Vivaldi, con Enzo Caroli e Fabiola Braconi flauto e Alvise Stiffoni violoncello con brani di A. Vivaldi e F.J. Haydn.

 

          

Caronte